Angelo Ciocca, il leghista ortodosso, ma anomalo che da “buon selvaggio” è in prima linea anche per battaglie a favore delle categorie di deboli, spesso dimenticate.
Il Nord-Ovest è l’habitat del Giornale del Piemonte e della Liguria, oltre che il macro collegio per le elezioni europee che comprende Liguria, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta e che ha visto in corso di legislatura due cambiamenti legati proprio al nostro territorio: prima Giovanni Toti, eletto governatore della Liguria, ha lasciato il posto a Stefano Maullu, nel gruppo azzurro e nel PPE.
Poi, la tragica scomparsa dello storico sindaco di Varallo Sesia Gianluca Buonanno, leghista tanto colorito, spesso sopra le righe e talvolta sgradevole nelle uscite pubbliche, tanto dolce e tenero in privato, ha aperto le porte di Strasburgo e Bruxelles ad Angelo Ciocca.
Ex consigliere regionale lombardo eletto due volte sempre con messi di preferenze, che ha sopravanzato di un soffio Francesco Bruzzone, presidente del Consiglio regionale ligure che ha volato fuori dalla Liguria, ma ha perso quella manciata di preferenze che gli sarebbe servita proprio alle nostre latitudini.
Se Buonanno era un leghista dalle due personalità – guascone ed eccessiva quella pubblica, e apprezzata da tutti, in primis dagli avversari politici, quella privata, a tratti quasi poetica – in Ciocca la seconda è nettamente prevalente.
E, a tratti, anche coloro che osteggiano il Carroccio a Strasburgo e Bruxelles, lo riconoscono in quanto leghista solo per la pochette verde.
Pur essendo un fedelissimo e un amico di Matteo Salvini, a tratti sin troppo, con campagne sull’immigrazione dai toni forti o come quando per mesi ha massacrato i suoi fedelissimi suoi social con un ossessivo «Io voto no», insomma un custode dell’ortodossia salviniana.
Ciocca non ha alcun problema a confrontarsi con gli altri euro-deputati di tutti i colori e, anche coloro che considerano più o meno alla stregua di selvaggi i leghisti, vedono comunque in lui un «buon selvaggio».
Come se fosse un personaggio dell’Emile di Jean-Jacques Rousseau.
E lui ce ne mette del suo per calarsi nella parte. Avendo avuto modo di averci avuto direttamente a che fare, ad esempio in campagna elettorale moderando incontri, e di aver visto all’opera persone che lavorano con lui, posso personalmente testimoniare che:
Non chiede come uno vota, né sottopone alla purezza del sangue verde padano chi collabora con lui, ma semplicemente si basa sulle capacità della sua squadra. Ottima ricetta, sempre.
Allo stesso modo, anche le battaglie in aula, vanno di pari passo. Ciocca, chiaramente, partiva svantaggiato rispetto a tanti colleghi entrati a inizio legislatura nella classifica degli eurodeputati, italiani e non solo, più attivi.
Eppure dal 7 luglio, giorno della sua proclamazione, ad oggi, in pochi mesi, è riuscito a scalare tutte le classifiche di attività, arrivando in breve tempo ai primi posti, davanti a chi ha alle spalle un anno e più di europarlamento rispetto a lui.
Non è solo il quanto, ma è stato il come fa l’europarlamentare.
A partire dalla scelta di attenzione ai territori: il fatto di essere assessore nel suo piccolo Comune, San Genesio ed Uniti, in provincia di Pavia, lo rende attento proprio a quelle zone di confine che sono una sorta di terra di mezzo fra la Liguria, il Piemonte e la Lombardia e che sono l’anima del progetto del Giornale del Piemonte e della Liguria.
E, non a caso, è lo stesso territorio, Lomellina e Oltrepò Pavese, ai cui sindaci ha iniziato a parlare istituzionalmente proprio Bruzzone come presidente del consiglio ligure, nell’ambito di una serie di incontri che poi toccherà anche novese, ovadese, cuneese e tutto il Basso Piemonte in generale.
Insomma, da avversari in campagna elettorale, come è giusto e normale che sia, i due potrebbero collaborare, esattamente come Sonia Viale, Edoardo Rixi e tutta la giunta regionale ligure.
Nel frattempo, Ciocca lavora per tutti e quattro i suoi territori.
E da leghista ortodosso, ma anomalo qual è, da buon selvaggio appunto, si dedica soprattutto alla tutela dei più deboli, circostanza che dà un senso nuovo al suo lavoro. Nei giorni dell’alluvione che ha colpito la Valbormida e il Cuneese, ad esempio, si è subito precipitato a lavorare a un documento «sull’esigenza di un piano comunitario di prevenzione delle calamità naturali».
Così come insieme ai suoi colleghi eurodeputati del gruppo dell’Europa delle Nazioni e della Libertà, Salvini, Mara Bizzotto, Mario Borghezio e Lorenzo Fontana, si è occupato delle ipotesi di «dissesto idrogeologico e deroga ai vincoli di bilancio per la messa in sicurezza dei territori e delle regioni colpite da alluvioni».
Ma, al di là di questo, che per gli europarlamentari è, o almeno dovrebbe essere il pane quotidiano, Ciocca è in prima linea anche per battaglie a favore di altre categorie di deboli, spesso dimenticate. In qualche caso, le battaglie sono bipartisan:
Ad esempio, l’eurodeputato pavese del Carroccio si è battuto, insieme fra gli altri al genovese apolide della sinistra Sergio Cofferati per le vittime della talidomide, il farmaco che fu venduto negli anni cinquanta e sessanta come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Ma fece nascere migliaia di bimbi con gravi alterazioni congenite dello sviluppo degli arti, quando non assenza degli stessi, e vari gradi di focomelia.
Poi, Ciocca è riuscito anche a far approvare una sua risoluzione sulla lingua dei segni e gli interpreti professionisti di lingua dei segni che viene incontro alle richieste dell’Ente Nazionale Italiano per la Protezione e l’Assistenza dei Sordi, promuovendo il superamento della mancanza di riconoscimento ufficiale delle lingue dei segni nazionali e della mancanza del riconoscimento formale della professione di interprete di lingua dei segni, in appositi registri per gli operatori del settore.
La stessa battaglia che, da consigliere regionale, Ciocca aveva vinto anche in Lombardia. Insomma, un’altra Lega è possibile. Si può capire anche con la lingua dei segni.
Da Il Giornale del Piemonte e della Liguria
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