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INSEDIAMENTO USA: L’UE IMPARI DA TRUMP

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Insediamento USA, Angelo Ciocca all’UE: Impari da Trump

Mentre a Washington Donald Trump giura sulla scalinata del Campidoglio come nuovo presidente degli Stati Uniti, le cancellerie di mezza Europa sono in attesa di vedere quali saranno i primi provvedimenti adottati dalla Casa Bianca. Alcuni si aspettano una maggiore moderazione rispetto ai toni forti della campagna elettorale. Altri invece sostengono che lo stile del magnate Usa non cambierà.

“E’ un presidente che si é imposto a sorpresa grazie ad una forte volontà del popolo americano. E più lo conosciamo più si legge genialità gestionale in quello che fa”

Lo spiega ad Affaritaliani.it Angelo Ciocca, eurodeputato della Lega Nord, partito che ha sostenuto Trump fin dalla sua candidatura.

“Quello che ha colpito é l’approccio risoluto e chiaro dal punto di vista economico, ad esempio sulla globalizzazione. Se una impresa vuole avere accesso al mercato statunitense deve produrre negli Stati Uniti, altrimenti si deve aspettare dei dazi”.

Si riferisce alla polemica con Bmw?

“Con Bmw ma non solo. Trump é stato chiaro: una azienda non può pensare di spostare la produzione in Paesi dove la manodopera costa poco e le normative sono più lasche per fare più profitto, vendendo poi i prodotti negli Usa dove la classe operaia soffre per la delocalizzazione”.

Anche in Europa dovremmo adottare questa strategia?

“Trump deve essere un esempio anche per noi. Se una impresa italiana porta la produzione in Cina si deve aspettare che al momento dell’import in Italia i suoi prodotti vengano penalizzati rispetto a quelli prodotti sul territorio”.

Questo vale anche all’interno dell’Europa? Ad esempio se una impresa lombarda delocalizza in Polonia, che é membro dell’Ue, deve essere penalizzata?

“Le norme europee ci impediscono questo approccio sia all’interno dell’Europa sia nei confronti di Stati terzi. Ma se gli Usa adottano questa politica e noi stiamo fermi rischiamo di pagare un prezzo altissimo”.

Questo vale solo per la produzione industriale o anche per i servizi?

“Anche per i servizi. Prendiamo il dramma dei call center: migliaia di persone lasciate a casa in Italia e poi al telefono, quando abbiamo bisogno di assistenza, ci rispondono dall’Albania o dalla Romania, magari facendo rimbalzare la chiamata su Milano per darci l’impressione di parlare con qualcuno in Italia. Sono strategie che penalizzano il territorio e per questo andrebbero scoraggiate”.

Trump ripete spesso che la Russia non é una minaccia per l’Occidente. E’ così?

“La Russia é stata e può ancora essere una grande opportunità economica per le imprese italiane. Dobbiamo ristabilire immediatamente un dialogo senza farci bagnare il naso da Trump che si sta già muovendo per normalizzare i rapporti tra Washington e Mosca”.

Trump sembra lavorare per la disgregazione dell’Europa. Da leghista lei ritiene questo un fatto positivo o negativo?

“Io non sono contro l’Europa a prescindere. Sono contro questa Europa. Non abbiamo più il tempo di dire cambiamo l’Unione, siamo arrivati sull’orlo del baratro e abbiamo fatto un passo avanti. Il problema che a Bruxelles nessuno se ne é reso conto. Hanno approvato un bilancio per il funzionamento della macchina europea che passa da 161 miliardi a 166 per il 2017. Hanno perso il contatto con la realtà”.

Rottamiamo l’Europa dunque?

“Se io leggo i principi su cui é fondata l’Europa mi trovo completamente d’accordo. Ma questa Europa non ha nulla a che fare con gli ideali di fondazione”.

Che cosa può imparare l’Europa da Trump?

“Oltre all’approccio economico anche la propensione all’ascolto del tessuto produttivo. La Silicon Valley ha sostenuto la Clinton, ma dopo la vittoria Trump ha voluto un incontro con le imprese californiane. Ha riconosciuto lì un potenziale economico e ha voluto ascoltare le esigenze, superando le divisioni”.

L’America profonda ha reso possibile l’elezione di Trump, é un vento che cambierà anche la politica in Europa?

“La gente vuole partecipare alla politica ed essere ascoltata. Lo abbiamo visto con Trump. Io credo che anche in Europa saranno premiate quelle formazioni che ascoltano il popolo e danno risposte alle esigenze dei cittadini. Lo vedremo in Francia con Marine Le Pen, ma anche i Germania e in Italia“.

Fonte: Affaritaliani.it – di Tommaso Cinquemani